Lunedì 11 marzo l’Aula Magna dell’Istituto si è trasformata in un palcoscenico per ospitare la messa in scena dello spettacolo teatrale “Makallè” scritto e diretto da Aurora Miriam Scala e interpretato brillantemente da Carmela Buffa Calleo. Il titolo dell’opera, MaKallè, si riferisce ad un dolce tipico siciliano, fritto e farcito con ricotta, la cui prima apparizione risale al 1600, che qui diventa metafora di poesia e riscatto femminile. Angela, è l’unica figlia di Giuseppe Scognamiglio, il più bravo pasticcere del paese, tanto da essere conosciuto come il signor Makallè. Angela vorrebbe anche lei seguire le orme del padre ma non può perché nella sua famiglia da due generazioni le ricette sono segrete e tramandate da generazioni al primo figlio maschio. Ma lei, testarda e caparbia, circondata da tanti personaggi simbolo di un mondo arcaico, tutti sapientemente interpretati dalla bravissima Carmela, riuscirà a scardinare quell’antico pregiudizio e conquistare il suo posto nel mondo della pasticceria. Una storia apparentemente semplice che, negli anni delle grandi conquiste femministe, indaga i meccanismi di una famiglia tradizionale siciliana degli anni ’70, dove le donne compiono le loro piccole rivoluzioni, liberandosi seppur a fatica da obblighi familiari e antichi retaggi. Angela rappresenta così tutte le madri, nonne, sorelle, zie che nel loro piccolo hanno contribuito al cambiamento.
Lo spettacolo fa parte di un progetto di ampio respiro “Arte di ogni genere” promosso e finanziato dalla regione Sicilia e di cui il Ruiz è risultato assegnatario. Esso, curato dalle docenti Concetta Baffo e Giusi Lisi, è strutturato in diversi momenti ed ha l’obiettivo di sensibilizzare i ragazzi al rispetto e all’accettazione delle differenze di genere. Gli studenti del Ruiz hanno assistito in religioso silenzio a una piece che ha offerto vari spunti di riflessione: il conflitto generazionale tra genitori e figli, l’impossibilità per la figlia femmina di poter perpetuare lo stesso lavoro del padre; l’annullamento che le donne dovevano subire, i pregiudizi e la mentalità retrograda allora imperanti… Nel dibattito che è seguito allo spettacolo si è voluto fare memoria delle battaglie degli anni ’70, nelle piazze delle giovani donne in minigonna sull’onda di un travolgente ’68. Allora sì che cambiò qualcosa. Sono gli anni della legge sul divorzio, della riforma del diritto di famiglia del 1975, che oltre a riconoscere alla donna una piena parità giuridica con l’uomo, introdusse la comunione legale, la parità dei figli naturali con i figli illegittimi e altro ancora, della legge n.194 sull’aborto.
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